LE PATOLOGIE DELLA CARTILAGINE

ESTRATTO DAL VADEMECUM SULLE LESIONI CARTILAGINEE DELL’ICRS (International Cartilage Repair Society)

Le patologie della cartilagine sono eventi che riguardano persone di tutte le età e possono interessare tutte le articolazioni del corpo che sono rivestite da questo tessuto chiamato cartilagine.

Mentre le lesioni degenerative sono molto più comuni nei pazienti di mezza età e nelle donne le lesioni traumatiche si possono verificare a tutte le età senza distinzioni di sesso.

Oltre alle categorie a rischio rappresentate da coloro che per professioni svolgono movimenti intensi e ripetitivi esistono altri fattori predisponenti le lesione cartilaginee come età, peso e predisposizione genetica.

Cosa è la cartilagine

La cartilagine è un tessuto resistente ma flessibile che rappresenta il più importante testo connettivo del nostro corpo.

È costituito per il 65-80% di acqua sebbene questa percentuale scenda con l’avanzare dell’età e il resto è rappresentato da una sostanza simil-gelatinosa chiamata “matrice” che dà la forma e la funzione alla cartilagine

Esistono 3 tipi di cartilagine:

  • Ialina
  • Elastica
  • Fibrosa

Hanno diverse proprietà che corrispondono alla loro specifica funzione. La cartilagine che interessa le strutture articolari è la cartilagine ialina

Meccanismo di lesione della cartilagine

La cartilagine articolare non ha un proprio supporto di circolo sanguigno
Per questo motivo quando si lesiona una zona cartilaginea non si ripara e perde la sua funzione di cartilagine articolare.

Al pari delle lesione dei legamenti e dei menischi anche una lesione sia acuta che cronica della cartilagine può provocare dolore all’articolazione interessata.

Le lesioni acute si determinano in seguito ad un trauma o quando si esegue un improvviso movimento non corretto. In questi casi si può staccare un frammento di cartilagine che “girando” libero per l’articolazione ne determina una reazione infiammatoria con versamento e dolore e talvolta provocando blocchi articolari transitori.

Le lesioni croniche sono determinate spesso dall’usura delle superfici articolari spesso determinato da un prolungato alterato contatto delle superfici articolari o per un uso eccessivo dell’articolazione

Diagnosi

Più rapida è la diagnosi migliori saranno le possibilità di trattare la patologia cartilaginea con successo.
Infatti riconoscere per tempo una patologia cartilaginea permette di evitare che la cartilagine vada incontro ad una degenerazione irreversibile e renda poi il trattamento più complesso.

Sebbene un attento esame clinico sia importante per diagnosticare una patologia cartilaginea devono essere effettuati accertamenti diagnostici.

L’esame radiografico come esame di primo livello , anche se non fornice informazioni sullo stato della cartilagine, dà informazioni sulla presenza di osteoartrosi o sovraccarichi articolari e in caso d trauma esclude la presenza di frattura.
L’esame principale per effettuare la diagnosi è la risonanza magnetica.

Deve essere effettuato con macchinari ad alta risoluzione che danno la possibilità di studiare tutti gli strati della cartilagine identificando la morfologia della lesione che è il requisito fondamentale per capire il tipo di trattamento necessario. Può essere utile anche effettuare la mappatura in T2 della lesione.

*Freccia bianca indica un difetto condrale condilo femorale mediale in paziente adolescente in seguito a trauma al ginocchio

Trattamento

Il trattamento delle patologie cartilaginee mira al ripristino della superficie cartilaginea articolare quando possibile.

Il tipo di trattamento dipende:

• dalle dimensioni e dalla localizzazione della lesione

• Da eventuali interventi pregressi

• Età, peso

• Condizioni fisiche del paziente

• Presenza di altre patologie

Trattamento conservativo

Il trattamento non chirurgico spesso è il primo stadio del trattamento delle patologie cartilaginee in assenza di frammenti liberi in articolazione che devono essere eventualmente rimossi chirurgicamente.

Esistono diverse opzioni non chirurgiche che vanno dal calo ponderale alla rieducazione muscolare e motoria  fino alle terapie infiltrative con sostanze che agiscono come vistosupplementi per la cartilagine articolare , il PRP , le cellule mesenchimali staminali e i più recenti Monociti. Queste ultime tre categorie ancora oggetto di studio per determinare la loro reale capacità rigenerativa. I primi risultati hanno comunque evidenziato risultati clinici promettenti.

Va comunque discussa con il medico curante la reale necessità di utilizzare queste sostanze e i possibili benefici per avere chiari i possibili vantaggi e le reali aspettative

Avremo modo successivamente in un altro articolo di entrare nel dettaglio di ogni singola tipologia di trattamento per capirne meglio il loro funzionamento

Trattamento chirurgico

Debridment e Microfratture

Il debridment è la procedura artroscopia che serve a rimuovere il tessuto cartilagineo danneggiato e i corpi mobili articolari che sono responsabili di dolore, versamento e blocchi transitori articolari.

Il trattamento come procedura isolata non è utile al trattamento della patologia cartilaginea ma lo è se associata alle microfratture.

Questa procedura serve come stimolo di base per stimolare la crescita di un tessuto simil-cartilagineo. Viene effettuata praticando piccoli fori di 2-3 mm di profondità con lo scopo di far fuoriuscire cellule ematiche e cellule midollari che formano un rivestimento di fibrina sulla zona lesionata.

Trapianto autologo di condrociti

Lo scopo di questa tecnica è quella di rigenerare la cartilagine ialina in un area danneggiata o degenerata di una articolazione attraverso l’impianto ci cellule cartilaginee prelevate dalla propria cartilagine.Questa viene prelevata e in laboratorio viene moltiplicata per poi essere reinserita nella zona danneggiata.

Questa tecnica ha ottenuto risultati ottimi nel lungo periodo sia in termini di riparazione cartilaginea che in termini di recupero del livello di attività pre-lesione.È particolarmente indicata in pazienti giovani con lesioni condrali articolari

Piu recentemente si utilizzano degli “scaffold” come mezzo per fissare le cellule cartilaginee. Questi sono biocompatibili e la loro struttura consente alla cartilagine di crescer al loro interno.

*Scaffold circolare inserito nel difetto osseo con al suo interno cellule cartilaginee (freccia rossa)