LA ROTTURA DEL TENDINE DISTALE DEL BICIPITE BRACHIALE : COSA FARE?

Il muscolo del bicipite brachiale ha la funzione di supinare e flettere il gomito. È formato dalla unione di due capi tendinei ( capo lungo e capo breve) che nascono nella spalla e si uniscono in un unico ventre muscolare distalmente nel gomito e si inseriscono con unico tendine sulla tuberosità bicipitale del radio. Fig. 1

 

Fig.1 Anatomia del bicipite brachiale
Fig.1 Anatomia del bicipite brachiale

 

Le lesioni del tendine avvengono più frequentemente nei maschi nella seconda-terza decade di età in seguito ad un carico eccentrico con il gomito che viene esteso contro resistenza come quando si trasporta un carico pesante o durante l’attività fisica come il sollevamento pesi.

Clinicamente il paziente avverte un rumore sordo a cui segue una deformità visibile sul braccio a causa della risalita del ventre muscolare. Dolore e ematoma sono spesso presenti

Il test più comunemente utilizzato è il test dell’uncino (look test). Fig. 2

 

Fig.2 Hook Test

 

L’esaminatore durante la flessione e supinazione del gomito del paziente con il dito è in grado di “uncinare” il tendine del bicipe se questo è sano. L’impossibilità di uncinare il tendine depone per un sua rottura.

Per accertare la lesione e avere una descrizione accurata si può effettuare sia l’esame ecografico che la risonanza magnetica .

Il trattamento di queste lesioni dipende dal tipo di rottura e dalle esigenze funzionali del paziente. Nei casi di lesione parziale il trattamento di scelta è quello non chirurgico, nei casi di rottura completa nei pazienti giovani con alte richieste funzionali l’intervento chirurgico è la scelta più indicata.

Infatti se non trattata questa lesione può portare ad una perdita della supinazione fino al 50% e fino al 25% della flessione in particolare nei movimenti combinati e ripetuti come per esempio avvitare una vite con il cacciavite.
Se si decide di effettuare l‘intervento questo deve essere fatto in acuto entro le 3 settimane.

L’intervento consiste nell’inserire nuovamente il tendine nella sua inserzione originaria sulla tuberosità bicipitale del radio. Esistono diversi metodi di fissazione  ma tutti con la stessa finalità cioè di rendere possibile una integrazione biologica tra tendine e osso.

 

Fig. 3a Rottura del tendine

 

       Fig. 3b Tenodesi del tendine bicipitale

 

Nel postoperatorio l’arto è tenuto immobilizzato in tutore per 4 settimane, successivamente inizierà il percorso riabilitativo passivo e successivamente quello del recupero muscolare che sarà di intensità progressiva

Il ritorno allo sport agonistico o ai lavori manuali pesanti potrà avvenire al 5 mese

in alcuni casi è possibile effettuare l’intervento anche dopo le 3 settimane in seguito ad una attenta valutazione clinica e dopo aver eseguito gli accertamenti necessari come la risonanza magnetica.

Esistono diversi tipi di intervento per la riparazione degli esiti della rottura del tendine con prelievo di un nuovo tendine, il semitendinoso, proveniente dalla zampa d’oca, o utilizzando un tendine eterologo prelevato dalla banca dei tessuti e dell’osso da un donatore . il neotendine ha lo scopo di rinforzare il residuo del tendine originale e di rendere possibile nuovamente l’inserzione nella sua posizione anatomica. Fig 4

Fig.4 a-b Intervento di ricostruzione del tendine con semitendinoso

l’arto è immobilizzato in flessione per 4-6 settimane e i tempi di recupero per il ritorno all’attività sportiva sono di circa 6-7 mesi.