ROTTURA TRAUMATICA DEL GRAN PETTORALE: UNA LESIONE RARA MA DEBILITANTE

ROTTURA DEL GRAN PETTORALE

COSA E’

Il gran pettorale è un muscolo superficiale, pari situato nella parte anteriore del torace.
È meglio conosciuto come il muscolo che viene allenato con il sollevamento pesi sulla panca piana.
È composto da due fasci , uno che origina dalla clavicola e uno che origina dallo sterno e  che si inseriscono insieme sull’omero lateralmente alla doccia bicipite. FIG.1

 

FIG. 1 Anatomia del gran pettorale

La sua funzione principale è quella di addurre e intraruotare il braccio. Il capo clavicolare aiuta nella flessione anteriore quando il braccio è esteso mentre il capo sternale aiuta l’estensione dell’arto quando è flesso spingendolo verso il basso.

CHI E’ PIU’ SOGGETTO ALLA ROTTURA

La rottura di questo tendine , rara in passato, è diventata più frequente negli ultimi anni a causa di un amento dell’attività fisica e di sollevamento pesi. È inoltre frequente negli atleti che praticano sport di contatto come rugby e football americano.

COME POSSO SAPERE SE MI SONO ROTTO IL GRAN PETTORALE?

Quando si ha la rottura del gran pettorale clinicamente si percepisce un rumore sordo seguito da impotenza funzionale in rotazione interna e adduzione, si può formare un ematoma e si evidenzia un aspetto rigonfio del gran pettorale con un abbassamento del capezzolo rispetto al controlaterale e presenza di un difetto nella regione ascellare anteriore. Fig 2

Fig.2 clinica della lesione del gran pettorale

Le lesioni del gran pettorale possono avvenire per :

– Avulsione del tendine dall’osso (più comune)
– Lesione tra il tendine e il muscolo (muscolo-tendineo)
– Lesione nel contesto muscolare
– Avulsione del muscolo dallo sterno (molto rara)

Oltre alla clinica è fondamentale lo studio ecografico e con esame rmn della spalla per valutare la topografia della rottura per un corretto trattamento

DEVO ESSERE OPERATO?

Il tendine del gran pettorale non è un muscolo essenziale per le attività della vita quotidiana quindi la rottura in pazienti anziani o in pazienti sedentari non richiede il trattamento chirurgico. Una immobilizzazione con un tutore seguito da un adeguato percorso riabilitativo consentirà un corretto utilizzo del braccio nella vita quotidiana.
Diversamente per il ritorno ad una attività sportiva agonistica, nei pazienti giovani attivi e nei lavoratori manuali l’intervento chirurgico si rende necessario. Infatti nei pazienti trattai in modo conservativo si è visto una diminuzione della forza del 20-30% del gran pettorale.
Uno studio effettuato comparando i risultati dei pazienti operati con i pazienti trattati in modo conservativo ha evidenziato un recupero della forza del 97% nei pazienti operati rispetto al 56 % nei pazienti non operati.
Dobbiamo ricordare che queste lesioni non sono frequenti e la decisione sul tipo di trattamento e sul tipo di intervento va presa in base ad alcuni fattori quali:

– Tipo di lesione
– Tempo dal trauma (acuta o cronica)
– Retrazione del tendine
– Richieste funzionali del paziente

In generale possiamo dire che le lesione acute operate in tempi brevi hanno dei risultati clinici migliori rispetto a quelle operate a distanza dal trauma.

COME AVVIENE L’INTERVENTO CHIRURGICO

Il trattamento chirurgico consiste nell’inserire nuovamente il tendine sulla porzione di omero dove originariamente era inserito attraverso delle ancorette in titanio o altri mezzi di sintesi da cui escono dei fili che consentono di suturare il tendine e tenerlo attaccato all’osso creando un effetto meccanico di stabilità necessario per consentire alla biologia di fare il proprio corso e ricreare una unità tendine-osso naturale e funzionale

fig.3 Sutura del tendine

L’intervento si effettua in anestesia generale con associato una anestesia periferica del braccio . Viene effettuata una incisione cutanea di circa 7-10 cm a seconda del tipo di lesione

IN QUANTO TEMPO RECUPERO?

La permanenza in reparto è di una notte.
Il percorso riabilitativo di queste lesioni è una parte importante del trattamento.
L’immobilizzazione dell’arto dura dalle 4 alle 6 settimane per proteggere la sutura del tendine durante le quali potrà iniziare un graduale recupero dell’articolarità passiva . Dopo la sesta settimana è consentito il movimento attivo ma senza resistenza fino al 3 mese.
La macchina, generalmente, si può portare dal secondo mese in poi
Il ritorno alla attività sportiva avviene tra il 5 e il 6 mese dall’intervento.